L'ARTE RENDE TANGIBILE LA MATERIA
DI CUI SONO FATTI I SOGNI

 

Genere: Thriller


Durata: 10 minuti


Divieti: Per tutti

Soggetto: Emanuela Giorgi, Alessandro Gianuzzi

Sceneggiatura: Emanuela Giorgi

Produzione: Moviestart Production

Regia: Tony Paganelli


Interpreti principali: Roberto Siepi, Emanuela Giorgi, Evlin Chilau, Valerio Apice


Altri interpreti: Nicola Anselmi, Giada Latini


Collaboratori:
Direttore fotografia: Nicola Anselmi
Musiche: Fabio Marchionni
Produttore esecutivo: Movistart Production


Distributore Italiano: Moviestart Production


Rivendite estere: Moviestart Production

Ringraziamenti: Associazione Libertas Margot, Comune di Perugia


Soggetto: “Ferma” è la storia di una coppia “normale” che vive una vita “normale”. Lui rientra da lavoro portando un mazzo di fiori alla moglie. Lei lo attende seduta al tavolo della cucina. Le porge i fiori, le parla dolcemente, si scusa per quel che è successo la sera prima, si giustifica in mille modi ammettendo di aver un po' esagerato. Lei continua a non rispodere e non prende neanche i fiori. Un po' spazientito lui continua comunque a parlarle dolcemente, chiedendole di smettere di tenere il muso e di parlargli. Intanto mette i fiori in un vaso e li sistema al centro del tavolo. Lei persiste a ignorarlo. Piano piano l'umore di lui si fa più cupo, in un lento crescendo di nervoso per l'atteggiamento della moglie. La dolcezza lascia il posto alla rabbia e le parole si fanno più dure. Non si spiega perché lei continui a tenere il muso e non parlargli. Inizia con leggere imbeccate, sempre più vicine all'insulto. Ma lei niente. Visibilmente irritato le sferra un calcio sotto il tavolo. Ma lei niente. Si alza furioso e fa per alzare una mano sul suo viso, interrrotto dal suono del telefono. Si calma e va a rispondere. E' il figlio, che chiama da fuori. Gli risponde tranquillo e gentile dicendo che però la mamma no, ha da fare, non può andare a parlare al telefono adesso. E intanto la guarda dalla stanza accanto con una vena di soddisfazione per quella piccola ripicca. Lei non reagisce neppure adesso. Attacca e fa per tornare verso di lei, ma ci ripensa, con un gesto della mano come a dire “lasciamo perdere”. Si dirige verso il divano e accende la TV, c'è la partita. Le ordina di prepare la cena, intanto. Guarda la partita, irritato perché la sua squadra sta perdendo. Le grida di portargli una birra. Ma lei non ubbidisce. Insiste. Niente. Nervosamente si alza dal divano e si va a prendere la birra in frigo. Lei è sempre al tavolo e lui le si avvicina minaccioso, strattonandola un po' e le sussurra all'orecchio: “ti ho detto di preparare la cena, muoviti!” e ancora “vedi che sei tu che mi provochi? Che te le tiri? Continua così… e prima o poi io ti ammazzo!” Torna al divano. Dalla finestra scorge del movimento in strada. I vicini sono usciti fuori nel vialetto di casa. Una pattuglia della polizia accosta e scendono due agenti. Si fermano a parlare con i vicini. Lui osserva la scena dalla finestra. Uno dei vicini fa cenno verso casa loro, indicandola e mostrando un espressione di disgusto, come avesse sentito un cattivo odore. Gli agenti si incamminano verso l'appartamento al primo piano. Suonano il campanello, ma nessuna risposta. Chiamano, ma niente. Si sente un rumore cupo all'interno. Allarmati, gli agenti entrano nella stanza sfondando la porta. Una donna siede al tavolo della cucina a testa bassa. Si avvicinano, le alzano leggermente il viso. Lividi, segni di percosse, chiazze di sangue rappreso e una grossa ferita su un lato della testa. La donna è morta, evidentemente da un po' di tempo. Il busto legato ad un asse di legno ancorato alla sedia per tenerla dritta. Uno dei due agenti si guarda intorno e a poca distanza scorge i piedi di un uomo che penzolano nel vuoto.

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